Gastronomia Francese - Terminologia Gastonomica
La Francia è una terra poliedrica e la sua tradizione gastronomica è rinomata in tutto il mondo; per questo, col tempo, anche la sua terminologia è entrata a far parte del lessico comune degli altri paesi.
Pensiamo ad esempio alle parole più scontate come Chef: sta ad indicare il responsabile della cucina, colui che idea il menù, crea le ricette e ne cura l’intera realizzazione; sceglie, inoltre, la sua brigata di cucina: di fatto è l’abbreviazione di Chef de cuisine, un cuoco altamente qualificato e specializzato nell’intero processo di preparazione del cibo. È una figura professionale che ha raggiunto un notevole risalto nel mondo. Alcuni chef hanno fatto la storia della cucina e hanno creato dei veri e propri stili, tanto da aggiudicarsi dei riconoscimenti, quali le stelle che ne indicano professionalità e abilità, nonché cura delle preparazioni.
Fra le terminologie francesi che fanno parte dell’uso comune c’è anche la parola Brasserie, che letteralmente indica una birreria, nella quale in passato era annessa anche la fabbrica di produzione. Anticamente la Brasserie era un luogo dove si poteva bere dell’ottima birra accompagnata a piatti veloci e di facile esecuzione. Dopo la Rivoluzione Francese questi locali hanno subito un’evoluzione, si sono trasformati in ristoranti, ossia luoghi in cui è rimasta la tradizione di servire la birra, ma accompagnata da vere e proprie preparazioni culinarie, servite in maniera più informale rispetto a un ristorante, ma non meno prelibate. Anche l’ambiente è diverso, più rustico e più aderente alla tradizione.
Nell’uso comune è entrato anche il termine Bistrot, l’equivalente delle nostre osterie; un tempo erano il ritrovo degli artisti, dove vi si ritrovavano per comporre le loro opere o dipingere i loro quadri. Infatti i locali erano piccoli e modesti, ma caldi e confortevoli e di sicuro offrivano quel calore che le dimore degli artisti non avevano a causa della loro scarsità di denaro. Oggi, sebbene abbiano conservato lo stile, nei bistrot si servono degli ottimi vini e piatti della tradizione, rimanendo però meno costosi delle “cugine” brasserie. Sono luoghi conviviali, in cui gli avventori possono entrare anche semplicemente per bere un calice di vino o un boccale di birra, senza necessariamente consumare un pasto.
Spesso, parlando, non ci accorgiamo che nell’uso quotidiano sono entrate a far parte del nostro vocabolario parole espressamente francesi; pensiamo ad esempio alla parola bouquet, che assume significati diversi a seconda del contesto in cui la utilizziamo. Normalmente la identifichiamo con un mazzo di fiori ben composto, ma indica anche l’insieme di profumi, aromi e connotazioni percepiti durante la degustazione di un vino.
Come non parlare anche di un altro termine che fin dal suo esordio negli anni ’70 è entrato nell’immaginario collettivo? Stiamo parlando della nouvelle cuisine, quel movimento culinario nato appunto negli anni ’70 e che ha rivoluzionato completamente il modo di fare cucina. La nouvelle cuisine indicava delle regole ben precise a cui sottostare: freschezza, leggerezza e l’immediatezza del cibo e della sua preparazioni. Indicazioni fondamentali che ritroviamo tutt’oggi e che sono alla base delle preparazioni, soprattutto di quei ristoranti che hanno mantenuta viva la tradizione ma che sono particolarmente apprezzati per l’innovazione e la ricercatezza della proposta offerta.
Come abbiamo visto, molti termini appartenenti alla tradizione francese sono parte integrante dell’uso e del costume internazionale, a riprova dell’influenza di questa cultura nel mondo.