Formaggio Fritto - Come Prepararlo e per Quali Occasioni
Il formaggio, che fantastica invenzione!
Ci permette di creare piatti sempre diversi, con facilità ed usando pochi ingredienti.
Poniamo il caso che desideriate invitare degli amici a casa vostra, per una cena.
Per un motivo o per un altro, vi rendete conto di non aver molto tempo da dedicare alla cucina ma, allo stesso tempo, non volete preparare dei piatti semplice, banali e grigi.
Ma non bisogna disperarsi, perché improvvisare una cena francese chic, ma non altezzosa, è molto semplice.
Un esempio?
Provate a creare un menu scegliendo una delle zuppe che il repertorio francese ci offre; un secondo composto da torte salate filanti o con delle simpatiche pepite di formaggio fritto, prima fritte nell’olio di semi e poi scolate sulla carta da cucina.
Scegliamo, poi, dei contorni leggeri e dei dolci freschi, da mangiare al cucchiaio.
Ecco, il gioco è fatto. Molto più semplice a farsi che a dirsi.
Il formaggio fritto o pastellato può essere considerato un piatto jolly, da portare in tavola come aperitivo o antipasto, oppure per un vero e proprio secondo.
Soprattutto durante le feste, come Natale e Pasqua, possiamo preparare dei fritti misti con formaggio, patate ma anche verdure (come carciofi, peperoni, zucchine e polpettine di zucca), funghi e pezzetti di carne (come pollo e maiale).
I formaggi che si prestano bene per questo tipo di ricetta, e che quindi reggono le alte temperature della frittura, sono diversi.
Possiamo scegliere di usare la mozzarella, il caciocavallo, l’emmental, il brie, il camembert e, perché no, possiamo creare delle polpette anche usando la ricotta.
In base al tipo di formaggio che sceglieremo, possiamo dare diverse forme al nostro fritto, scegliendo di tagliare il formaggio a fette di vari spessori, a bastoncini o a cubetti.
Chi ha delle formine in casa può sbizzarrirsi, per rendere questo piatto ancora più sfizioso e piacevole per i bambini.
Da non sottovalutare anche la panatura e la pastella.
La pastella, talvolta, può essere un vero e proprio segreto di famiglia, sembra quasi che ognuno abbia la ricetta migliore.
La pastella preparata con la birra è molto leggera, poiché non prevede l’utilizzo dell’uovo ed è adatta a verdure e pesce.
Per prepararla, occorre procurarsi una ciotola, in cui poter amalgamare la farina 00, la birra, il sale, un pizzico di pepe e l’olio.
Chi lo preferisce può aggiungere anche il lievito, ma questo ingrediente è facoltativo.
Setacciamo la nostra pastella, per eliminare eventuali grumi e lasciamo riposare in frigorifero per circa un’ora.
Trascorso il tempo, immergiamo nel composto gli alimenti che abbiamo scelto di friggere (dobbiamo avere l’accortezza di immergerli totalmente) e poi li poniamo subito nella padella con l’olio di semi di arachidi bollente.
Una volta dorata, la nostra frittura andrà riposta su un foglio di carta assorbente per un paio di minuti.
Un consiglio: la pastella alla birra consente di ottenere una frittura leggera e croccante ma occorre mangiarla subito, altrimenti inizia a sgonfiarsi e a diventare morbida.
La birra conferisce un sapore particolare a questo tipo di preparazione, utilizzando una bionda chiara, dal sapore poco predominante, potremmo ovviare a questo problema.
C’è poi la pastella che prevede l’utilizzo del lievito di birra, si prepara versando in una ciotola il lievito di birra precedentemente sciolto in un po’ di latte tiepido e mezzo cucchiaino di zucchero, l’olio extravergine d’oliva, sale e pepe.
Si mescola utilizzando preferibilmente una frusta (altrimenti una forchetta può andare bene) e si aggiunge gradualmente dell’acqua tiepida.
Si setaccia e lascia riposare in frigo per almeno un’ora.
Quando il composto avrà riposato abbastanza, aggiungeremo gli albumi montati a neve, con molta delicatezza per evitare che la pastella possa sgonfiarsi.
Un altro tipo di pastella molto delicato è quello utilizzato per la tempura.
Dobbiamo preparare una ciotola grande con dell’acqua fredda e del ghiaccio (in alternativa potremmo utilizzare anche una pentola), in cui immergeremo un’altra ciotola più piccola.
In quest’ultima, andremo a lavorare dei tuorli con dell’acqua molto fredda, uniamo un pizzico di sale e, mescolando, la farina.
In questo caso, la pastella può presentare dei grumi sottilissimi, l’importante è non usare le fruste elettriche e non lavorare molto il composto, per evitare che con il calore possa sgonfiarsi.
Questa pastella non ha bisogno di riposare in frigo e gli ingredienti vanno intrisi mentre le due ciotole sono ancora una sopra l’altra, proprio per far in modo che il composto resti fresco.
Queste sono le maggiori tecniche per preparare una buona pastella, ma ci sono fritture che preferiscono semplicemente il passaggio in un composto di uova sbattute, per poi essere impanate con farina, pane grattato o farina di mais.
Utilizzando un formaggio fresco a scelta, possiamo tagliarlo in piccoli tocchetti (o a triangoli), passarlo nella farina, poi nell’uovo e, come ultimo passaggio, nel pangrattato.
Qualche minuto in abbondante olio bollente e il gioco è fatto.
Veloce e gustoso, ma da servire caldo.
Possiamo portare in tavola, come aperitivo finger food, dei bocconcini di formaggio misto, come Asiago ed Emmental.
Prepariamo la pastella alla birra, immergiamo i nostri tocchetti di formaggio e poi friggiamo.
I bocconcini diventeranno dorati, ma attenzione a non prolungare troppo la cottura, altrimenti rischiamo che durante la preparazione del formaggio questo fuoriesca dalla panatura.
Il formaggio fritto fa parte di quelle ricette che possiamo sperimentare nel corso della settimana, magari quando ci sentiamo con il morale a terra, preparandolo a casa o acquistandolo come street food.
Pochi ingredienti, dell’olio da scaldare in padella ed ecco che portiamo in tavola un piatto facile e buono (perché, ogni tanto, possiamo concederci qualche strappo alla dieta).
Possiamo degustare questa pietanza come antipasto, facendo seguire dei primi piatti leggeri, come un riso con burro e salvia, oppure come secondo, accompagnata da una leggera insalata.
Provate a creare delle ricette nuove con il Camemebert Président, da accompagnare con contorni dolci, come una salsa preparata con ribes e fragoline di bosco.
Si comincia proprio dalla preparazione della salsa; si prosegue tagliando il Camembert in 8 spicchi, da ripassare nella farina, poi nelle uova e, infine, nel sesamo.
Un piatto molto elegante, nella sua semplicità, che vi farà sembrare dei veri chef raffinati.
Il formaggio fritto fa parte della cultura culinaria di alcune regioni italiane, come l’Abruzzo, o il “frico” del Friuli Venezia Giulia, il “rostì” del Trentino e il “seadas” della Sardegna.
Il “Frico” è un piatto tipico dell’area della Carnia, ricco di storia.
Si pensi che le sue prime ricette risalgono alla metà del XV secolo.
Ma la leggenda racconta di Sant’Ermacora, patrono di Udine, che dopo aver camminato molto per predicare il Vangelo in giro, si ritrovò affamato e privo di forza.
In quel periodo c’era molta misera, ma dei pastori nutrirono ugualmente il Santo, che bussò alla loro porta.
Lo fecero come potevano, con una fetta di polenta, una ciotola di siero e un pezzetto di formaggio da condividere.
Il povero pastore, fece dell’ironia sulla possibilità di avere dell’altro formaggio semplicemente riponendo la ciotola del siero sulla caldaia.
Il Santo gli consigliò di provarci ugualmente, facendolo riscaldare.
Nel mentre, si misero a pregare e il siero cominciò a bollire.
Il formaggio era durissimo, ma aggiungendo un po’ di acqua riuscì ad ammorbidirlo.
Senza caglio era davvero difficile fare in modo che il formaggio coagulasse, ma il Santo consigliò di aggiungere dell’aceto, che funzionò.
Poco a poco iniziò a formarsi la ricotta, allora il pastore aggiunse il pezzo di formaggio ed ottenne il “frico”, da accompagnare con la polenta abbrustolita.
Questa ricetta può essere un piatto unico, o da servire come secondo, un po’ come se fosse una torta salata.
La cucina abruzzese è conosciuta soprattutto per i suoi arrosticini, ma non tutti sanno che tra le ricette degli antipasti compaiono delle morbide fette di formaggio fritto.
Generalmente, si utilizza il formaggio di pecora.
Per la riuscita di questo piatto, però, ci sono delle condizioni da rispettare: occorre preparare la pastella, scegliendo la ricetta che si preferisce, ma è importante che contenga dell’anidride carbonica, per riuscire a fronteggiare il grasso del formaggio.
Basta utilizzare dell’acqua gassata, birra, vino bianco frizzante ed è anche fondamentale che la pastella conservi una temperatura bassa, magari utilizzando la tecnica delle due ciotole, di cui una con ghiaccio.
Per friggere i formaggi è meglio utilizzare l’olio di semi di arachidi, poiché ha un punto di fumo elevato.
Per questa preparazione il burro non è adatto, renderebbe il piatto troppo poco digeribile.
Come già detto, il formaggio può essere un ingrediente davvero incredibile, che ci permette di creare tanti piatti nuovi, o grandi classici, come degli involtini ripieni di formaggio e prosciutto cotto: serviti caldi saranno filanti e golosi!
Soprattutto per chi ha difficoltà nel creare antipasti sfiziosi, e si riduce alle solite olive.
Possiamo portare in tavola il tagliere con miele e marmellate, croccanti fritture dal cuore filante, oppure una simpatica crema al formaggio al profumo di menta che, con l’aiuto di cucchiai, ognuno aggiungerà da sé nel proprio piatto.
Possiamo creare anche dei biscotti salati, al profumo di pecorino e leggermente pepati, semplici da preparare e da lasciar cuocere in forno.
Oppure dei veri e propri dessert veloci, come una crema di ricotta al cioccolato; o una profumata torta di mele con il mascarpone, ideale da preparare a Settembre, quando le scuole riaprono e le dolci vacanze sono solo un ricordo.